IO MI SONO SCOCCIATA
L’episodio che vi voglio raccontare accadde un giorno di fine estate di tanti anni fa, nel paesino di mare in Versilia dove è nato mio padre e dove eravamo soliti trascorrere le vacanze estive. Abitavamo nella casa di famiglia, che dividevamo con mia zia e i miei cugini. Era bellissimo ritrovarsi sotto lo stesso tetto: mia cugina poi aveva solo un anno in più di me, per cui passavamo molti pomeriggi insieme, in spiaggia o a fare lunghi giri in bici.
Un pomeriggio mia cugina e io inforchiamo la bici per fare il nostro solito giro nelle stradine tra le pinete, che, a fine agosto sono meno affollate del solito. Non è buio, è pieno giorno e pedaliamo affiancate, chiacchierando tranquille e ridendo per piccole cose. Il rumore di un motorino che si avvicinava non ci coglie di sorpresa e ci mettiamo in fila indiana per farlo passare. Sul motorino c’è un ragazzo, che avrà avuto qualche anno più di noi e che, invece di sorpassarci, rallenta, si affianca a noi e ci rivolge parole poco piacevoli. Noi, ligie alle raccomandazioni che tante volte ci sono state impartite dalle nostre mamme, cominciamo a pedalare più velocemente, ignorandolo e cercando di allontanarci da lui. Ma lui insiste e a un certo punto, si sbottona i pantaloni, allunga una mano verso di me e cerca di farmi cadere dalla bici. Dopo un primo momento di perplessità, non aspetto un suo secondo tentativo, mi fermo, scendo dalla bici e, urlando, mi avvento contro di lui. Inizio a prenderlo a sberle con una forza e un accanimento a me sconosciuti. Lo colgo di sorpresa, perché, a quel punto, è lui ad accelerare e a darsi alla macchia. La cosa che ancora oggi mi sconvolge non è solo la reazione di rabbia furiosa che io ebbi in quella situazione ma il fatto che io avevo del tutto dimenticato. Avevo rimosso tutto quanto. Ne sono tornata a conoscenza solo qualche mese fa, durante una cena con amici di vecchia data, in cui mia cugina ha raccontato questo episodio. Sono rimasta molto colpita da questo ricordo e sono sempre più convinta che bisogna parlare di queste cose. Non bisogna passare sotto silenzio le violenze, gli abusi, i comportamenti sessisti, grandi e piccoli che siano. Parlare è importante. Ricordare è importante e cominciare a raccontare è la chiave di volta per cambiare. Se lo facciamo tutte e tutti insieme, possiamo farcela.
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Insieme possiamo fare la differenza contro il sessismo.