IO MI SONO SCOCCIATA
Quando mi è stato chiesto se avevo voglia di partecipare a questa campagna e di scrivere qualcosa ho risposto subito «No». Non perché non avessi nulla da raccontare – figuriamoci, sono convinta che ogni donna abbia piccoli o grandi episodi di sessismo da raccontare – ma perché non avevo voglia di farlo.
Poi ho letto le altre testimonianze, ho visto le foto. Mi sono riconosciuta in tanti racconti e ho capito che solo il fatto di raccontare poteva alleggerire il mio peso.
E quindi vi scrivo la mia esperienza.
Ho 53 anni, tre figli e un lavoro che mi piace e mi dà grandi soddisfazioni. Da poco si è sposata la mia prima figlia e abbiamo festeggiato tutti insieme, famiglie, parenti lontani e amici. Abbiamo scattato tante foto e allora, una volta tornata a casa, mi è venuta voglia di prendere in mano alcuni album che non sfogliavo da tempo e rivedere vecchi scatti dei miei genitori e di me quando ero piccola.
In quelle foto raramente il viso di mia madre era sorridente, soprattutto negli anni in cui io ero molto piccola. Poi, mano a mano che crescevo andava meglio.
Ma c’è stato un episodio, subito dopo il matrimonio dei miei, in cui mio padre ha picchiato mia madre. Lo ha fatto solo una volta.
Io l’ho saputo solo quando ero grande ed ero già diventata mamma della mia primogenita. Mia madre me lo ha detto un giorno, così, quasi per caso. Stavamo sistemando un armadio a casa mia e lei mi ha detto: «Sai che tuo padre una volta mi ha picchiato e io sono andata al pronto soccorso?»
Io sono rimasta sconvolta.
Non sapevo più cosa dire.
Poi lei ha continuato: «Sì, una volta. Tu eri molto piccola ed eravamo in vacanza a trovare gli zii. Non mi ricordo nemmeno più il motivo per cui lo ha fatto. So solo che aveva bevuto un po’ troppo a cena e aveva perso il controllo. Io sono andata subito in ospedale e quando sono tornata con il certificato del dottore che mi aveva medicato, gli ho detto che se lo avesse fatto un’altra volta lo avrei denunciato. Lui non poteva picchiarmi, la legge era dalla mia parte. Da quel momento non è più successo.»
In quel momento mi è crollato il mondo addosso, anche perché mio padre è sempre stato un genitore affettuoso e presente e non potevo immaginare di vederlo in un altro modo, in questo modo, come una persona violenta e aggressiva. Verso mia madre, poi. Mi sono sempre sembrati un coppia serena, senza grandi problemi. Sapere questa cosa mi ha mandato in crisi.
Poi, però, ne ho parlato ancora con mia madre e ho capito una cosa per me assurda: che, a quei tempi, in certe parti d’Italia era quasi normale ‘battere’ la moglie.
La cosa sconvolgente era che anche per mio padre non era una cosa grave. Quando ha realizzato che era un reato e quando mia madre gli ha detto che era una cosa per cui lei avrebbe chiamato la polizia, lui ha smesso. Incredibile.
Ora, dopo tanti anni ho perdonato tutti e due. Ma ammetto di avere odiati entrambi i miei genitori e per motivi del tutto differenti: mio padre per quello che aveva fatto e mia madre per avermelo detto e per aver rovinato – anche se poi ho recuperato una visione più obiettiva – l’immagine che avevo di mio papà. Lo so che non è giusto ma è così.
Ora sono passati tanti anni, mia figlia si è sposata e i miei genitori non ci sono più.
Ho fatto pace con il passato della mia famiglia e ho capito che non bisogna mai tacere davanti alla violenza e alle ingiustizie. Mia madre è stata coraggiosa e io non l’ho capito subito. Ho reagito con un sentimento di fastidio al suo racconto, quasi fosse lei la colpevole di tutto. Di questa mia reazione di pancia mi vergogno molto e questa cosa mi fa soffrire, perché anche io, nel mio egoismo, avrei preferito mettere a tacere tutto e mantenere una visione felice della mia storia familiare.
Ora quando sfoglio gli album di fotografie della mia infanzia vedo tutto sotto una luce diversa e se anche so che, in fondo, la mia famiglia ha saputo superare questo episodio doloroso, io non potrò mai più guardare quelle foto con la stessa innocenza di un tempo.
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