Carlo Gabardini presenta Fossi in te io insisterei. Lettera a mio padre sulla vita ancora da vivere (Mondadori)
Carissime WiW,
iniziamo questo nuovo anno con un personaggio d’eccezione: Giuseppe Carlo Gabardini, scrittore, attore, personaggio radiofonico e televisivo che molte di voi ricorderanno come l’Olmo di Camera Caffè sarà con noi per inaugurare il nostro Spazio al Femminile.
Ebbene sì, giovedì 2 febbraio alle ore 18 presso la libreria Ubik di Como, avremo il piacere di incontrarlo e di chiacchierare con lui sul suo libro “Fossi in te, io insisterei. Lettera a mio padre sulla vita ancora da vivere”.
Un libro intenso, che affronta temi importanti e delicati.
A moderare l’incontro ci sarà la sottoscritta insieme a Alberto Terzi.
«Non lasciarti tentare dai campioni dell’infelicità, della mutria cretina, della serietà ignorante. Sii allegro. […] Ti insegnano a non splendere. E tu splendi, invece.» Pier paolo Pasolini
Ecco qui l’incipit:
«Ciao papà, non so se ti spedirò mai questa lettera, ma intanto la scrivo. Ti devo dire delle cose perché qua la vita si fa complessa ed è sempre più difficile capire, restare lucidi, trovare un senso, interrogarsi sulla felicità.»
Inizia così la lettera di Carlo G. Gabardini al padre. Una lettera che è il dialogo a lungo rimandato fra un figlio diventato adulto e un padre troppo esemplare e troppo amato a cui, chi scrive, deve dire addio per affrontare la vita ancora da vivere. Alternando ciò che è stato e ciò che è, Gabardini dà voce a un «romanzo famigliare» che prende avvio nella Milano degli anni Settanta-Ottanta in un appartamento nel quale i protagonisti – un padre, una madre e cinque figli, fra maschi e femmine – consumano cene «politicamente scorrette», si confrontano e si contano per scegliere la nuova auto da acquistare o il luogo dove trascorrere uno specialissimo compleanno, giocano partite di Trivial Pursuit, si danno appuntamento in cucina per tè notturni che diventano il momento più atteso e più intimo della loro quotidianità.
È lì che Carlo deve imparare a poco a poco a districarsi fra le inquietudini, i sogni e le delusioni prima di bambino e poi di adolescente: le spavalderie infantili, le insicurezze liceali, la decisione di fare l’attore tradendo le aspettative di chi già lo immagina avvocato, i primi innamoramenti e turbamenti sessuali. E poi la morte del padre, inaccettata e inelaborabile, che scandisce il passaggio lacerante a una maturità a cui si sente impreparato.
Allora non resta che ingolfarsi di lavoro (il teatro, il cinema, la televisione, la radio) e stordirsi di ogni possibile eccesso, togliendo spazio ad amori e affetti, ma soprattutto a se stesso.
Fino a quel 31 ottobre 2013 quando il suicidio di un ragazzo omosessuale lo spinge a scrivere alla «Repubblica» una lettera in cui dichiara con fermezza che essere gay è bellissimo.
Fossi in te io insisterei è un racconto intimo e coraggioso, ironico e struggente, in cui è impossibile non riconoscersi perché, come scrive Gabardini, «il coming-out non è un’esclusiva degli omosessuali, ma di tutti. Perché “venir fuori”, mostrarsi per chi si è realmente, urlare cosa si desidera per la propria esistenza, non concerne solo la sfera sessuale, riguarda il nostro senso di stare al mondo. Fare coming-out significa cominciare a vivere». Un libro che è un invito a non aver paura, a uscire allo scoperto, a rivelare agli altri (e prima ancora a noi stessi) chi siamo realmente e cosa vogliamo per la nostra vita.
Un invito a non mollare. A insistere. Perché solo così possiamo riprendere in mano il filo della nostra esistenza.
Ingresso libero.
A seguire ci sarà una cena con l’autore
Serata emozionante e importante.
Paola
Bellissima serata di scambi profondi in un clima rilassato e accogliente.
Alessandra